Duilio Cambellotti

Duilio Cambellotti

Duilio Cambellotti

Duilio Cambellotti è l’artista-artigiano per eccellenza, impegnato nella questione sociale e nella didattica.
Come William Morris sostiene l’utopia socialista dell’arte globale, moralistica, pedagogica, accessibile a tutti.
Si diploma in ragioneria al Liceo Artistico Industriale specializzandosi nella cesellatura del metallo. Nel 1897 ottiene l’abilitazione per insegnare nelle scuole e nello stesso anno vince il concorso per la realizzazione dei pali di sostegno delle tranvie romane il cui modello in legno farà eseguire a Mariano Coppedé. Terminati gli studi inizia l’attività di designer, progetta specchi, cofanetti, cornici, spille e una serie di lampade per la ditta Schulz di Berlino e per altre ditte europee. Nel 1898 partecipa al concorso per il manifesto dell’Esposizione Nazionale di Torino con l’opera Incandescenza, disegnato per la ditta Lipizzi. Con l’amico Alessandro Marcucci frequenta Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Vittorio Grassi, Gino Severini, Umberto Bottazzi.
Dal 1903 comincia a collaborare con il «Fantasio», «L’Avanti della Domenica», «Rassegna Internazionale», «Novissima». Nel 1905 è costumista del neonato Teatro Stabile di Roma e nel 1908 disegna i costumi e progetta la scenografia de La Nave di D’Annunzio nel Teatro Argentina di Roma. Nello stesso anno insieme a Grassi e Bottazzi dà vita al settimanale «La Casa», mentre con l’amico Marcucci e Sibilla Aleramo promuove la costruzione di scuole nella campagna romana. Nel 1913 disegna gli arredi e i costumi per il film Gli ultimi giorni di Pompei.
Illustra Nel regno dei nani di A. France, Storie Meravigliose di N. Hawthorne e Le Mille e una Notte. Nel 1914 disegna le scene per Agamennone di Eschilo rappresentato al Teatro Greco di Siracusa con cui fu impegnato in una trentennale collaborazione. Nello stesso anno partecipa all’Esposizione Internazionale del libro e della grafica d’arte a Lipsia con alcune tempere del ciclo «Leggende Romane». Nel 1915 partecipa alla III Secessione Romana con un gruppo di vetrate eseguite da Cesare Picchiarini per la Casina delle Civette di Villa Torlonia. Dal 1917 al 1927 è nominato direttore della Scuola di Ceramica presso i laboratori dell’Istituto San Michele di Roma. La sua prima mostra personale è del 1919, tenuta alla Bottega d’Arte Moderna, la galleria romana di Maria Monaci Gallega. Nello stesso anno realizza il Monumento ai Caduti di
Priverno e partecipa all’ Esposizione della Società Promotrice delle Belle Arti di Torino con alcune opere tra cui La pace e La Corazza. Nel 1920 illustra i Racconti della foresta e del mare e Le mitologie di N. Hawthorne, Le Favole di Trilussa, La siepe di smeraldo di E. Cozzani e lavora al Monumento ai Caduti di Terracina con il gruppo Le dolorose. Nel 1922 ottiene un gran successo con le scene e i costumi per Le Baccanti di Euripide e Edipo Re di Sofocle. Nel 1923 mette in scena I Sette a Tebe di Eschilo e Antigone di Sofocle al Teatro Greco di Siracusa. Nel 1926 illustra il grande volume I fioretti di San Francesco. Tra il 1926 e il 1927 soggiorna a lungo a Terracina dove disegna dal vero e prepara una serie di acquerelli sulla storia e i miti del Circeo. Nel 1928 espone alla XVI Biennale di Venezia l’allestimento scenico per il Teatro dell’Opera di Roma nella Mostra dell’Arte del Teatro curata da Margherita Sarfatti.
Nel 1930, per il matrimonio di Umberto di Savoia, disegna i raggruppamenti scenici del corteo storico snodatosi dall’Aventino al Quirinale ed è nominato Accademico di San Luca.
Nel 1931 è impegnato nel vastissimo lavoro per la decorazione e gli arredi del Palazzo dell’Acquedotto Pugliese di Bari. Nel 1934 lavora a La conquista della terra, un ciclo pittorico per una sala della prefettura di Latina e nello stesso anno decora con pitture murali le sale della nuova Prefettura di Ragusa. Nel 1948 allestisce a Siracusa l’Orestea di Eschilo. Negli anni tra il 1949 ed il 1959 conclude il ciclo di xilografie Leggende romane, composte da trentacinque grandi tavole in legno. Muore a Roma il 31 gennaio 1960.

DuilioCambellotti La Legnara, 1945 Matita su carta
Duilio Cambellotti La Legnara, 1945 Matita su carta Cm 41x116