Roberto Melli

Roberto Melli

Roberto Melli, artista italiano del novecentoRoberto Melli nasce a Ferrara il 21 marzo 1885.
Proviene da una famiglia di origine ebraica. Studia ragioneria; la sua strada inizialmente sembra seguire quella paterna, ma, nel 1902, all’età di diciassette anni, visita il Castello Estense e rimane sorpreso dalla pittura di Nicola Laurenti, di cui inizia a frequentare lo studio; già dapprima studia presso la bottega di un altro artista: tra il 1897 e il 1899 realizza i primi calchi in gesso presso lo scultore Arrigo Minerbi.

Nel 1902 si traferisce a Genova, dove conosce uomini di lettere e artisti: stringe amicizia con il poeta Ceccardo Roccatagliata Ceccardi; con lo scultore Giovanni Prini e lo scrittore Camillo Sbarbaro. Si specializza nell’arte della xilografia e illustra un numero per la rivista “Ebe”, pubblicata a Chiavari, diretta da Luigi Romolo Sanguineti; il segno xilografico d’ispirazione simbolista si coniuga con lo spirito preraffaellita. Per il medesimo periodico, disegna, nel 1907, la copertina e la testata, pubblicando i suoi primi scritti: I cavalieri dell’arte e Ad Alpinolo Porcella.

Nel 1912 espone alla I Esposizione italiana di xilografia a Levanto, evento organizzato dal quotidiano “L’Eroica”.
Apprende diverse tecniche artistiche: lavora la ceramica; il metallo e vince, nel 1910, una borsa di studio che lo conduce a Roma per frequentare la Regia Scuola dell’arte della medaglia, in cui insegna Giuseppe Romagnoli. Nell’Urbe scolpisce due calchi in gesso che prendono esempio dallo stile sia di Agostin Rodin che di Medardo Rosso: Maschera di Ferruccio Garavaglia e Ritratto dell’attrice Giula De Riso, entrambi del 1910 ed esibite, nel 1913, alla I mostra della Seccessione romana al palazzo dell’Esposizioni.

Nel 1915 con Costantini, Fioresi, Oppo e Pizzirani fonda il “Gruppo Moderno italiano” e, nel 1918, partecipa alla nascita della rivista di Mario Broglio, “Valori Plastici”. Nel celebre periodico pubblica, nel 1917, Prima rinnegazione della scultura, firmando così il suo “testamento”, poichè abbandona l’attività scultorea. L’anno successivo apre la Casa d’arte a Roma, in via dei Coronari. Di questi anni sono i dipinti d’ispirazione metafisica: Composizione di oggetti del 1918; Testa e Interno del 1919.

Partecipa alla VI, VII e VIII Mostra del Sindacato regionale fascista di belle arti del Lazio con Natura morta del 1936, Composizione, Paesaggio del 1937 e nel 1937 realizza, su commissione del ministero degli Esteri, un Ritratto del duce destinato alla sede di un’ambasciata italiana. A causa delle leggi razziali, Roberto Melli non può partecipare a esposizioni pubbliche, ma, dopo il secondo conflitto mondiale, nel 1945 diviene maestro di pittura all’Accademia di belle arti di Roma, ruolo che ricopre per dieci anni.

Negli anni Cinquanta si dedica nuovamente alla critica d’arte, collabora con La Fiera letteraria e Paese. Inoltre continua a impegnarsi in campo sociale e politico, divenendo nel 1952 presidente della Federazione nazionale degli artisti, proponendosi alle elezioni del 1953 per il movimento Alleanza democratica nazionale, creato in difesa della cultura e delle arti.

Muore a Roma il 4 gennaio 1958.