Publio Morbiducci
(Roma, 1889 – 1965)

Cavalli
1941 ca.
Gesso, cm 44,5 x 49 x 15; cm 49 x 46 x 15

Bibliografia:
Publio Morbiducci 1889-1963. Pitture Sculture Medaglie, catalogo della mostra, Roma, Accademia
Nazionale di San Luca, catalogo a cura di N. Cardano, De Luca, Roma 1999, p. 141, fig. 41.

I due piccoli gessi furono realizzati da Morbiducci nell’ambito della sua attività scultorea legata alla politica di interventi artistici per l’architettura, in particolare la decorazione dei palazzi dell’ente Eur.
Pur non essendoci una documentazione ufficiale Morbiducci, come ricorda la figlia Annamaria, ricevette una richiesta informale, senza concorsi pubblici né nomine, per la realizzazione di una quadriga di cavalli che avrebbe dovuto ornare la mensola in aggetto realizzata al centro della facciata del Palazzo dei Congressi, accentuando così l’aspetto scenografico del progetto architettonico di Adalberto Libera. Il perdurare, a causa degli eventi storici, del cantiere della struttura (la costruzione, terminata nelle sue parti fondamentali nel 1943, vide la sua completa conclusione solo nel 1952) fece sì che il gruppo scultoreo rimanesse ad uno stato di abbozzo senza essere mai realizzato; la quadriga successivamente eseguita da Francesco Messina non venne ugualmente mai messa in posa, e la facciata del Palazzo è rimasta sguarnita di qualsiasi decorazione plastica.
Sono noti almeno due disegni coevi realizzati da Morbiducci con elaborazioni e variazioni sul tema della quadriga (Roma, collezione privata) mentre una seconda coppia di cavallini in bronzo, a completamento della formazione, è conosciuta dalle fotografie dell’archivio dell’artista1: di dimensioni pressoché uguali, si caratterizza per il maggior movimento impresso ai due animali, nell’atto di scartare leggermente all’indietro rialzando il muso come in uno dei due gessi, anziché plasticamente trattenuto come nel secondo bozzetto.
Nella scelta di Morbiducci di raffigurare dei giovani puledri, dalla struttura agile e scattante, anziché cavalli adulti dalle forme più piene e massicce, è facile scorgere una diretta influenza di Duilio Cambellotti, che fu suo maestro al Museo Artistico Industriale. Il gruppo in gesso è infatti accostabile a diverse opere eseguite, seppur in anni precedenti, da Cambellotti, in particolare alla Conca dei tre cavalli nella quale tre vannini sono raffigurati nell’atto di abbeverarsi, i tendini tesi, gli arti nervosamente in movimento. I tagli dei piani con i quali Cambellotti risolse le forme dei puledri, che prefiguravano il completo superamento in senso plastico degli stilemi liberty, in Morbiducci sono invece testimonianza di un attardarsi su forme ancora déco che, unitamente alle piccole dimensioni del bozzetto ed all’eleganza delle forme (a scapito di una più realistica attenzione al dettaglio anatomico), toglievano ancor di più il senso di monumentalità necessario ad un gruppo scultoreo che avrebbe dovuto essere collocato molto in alto nella struttura della facciata del palazzo.

Francesco Parisi