Plinio Nomellini
Plinio Nomellini
Plinio Nomellini nasce a Livorno il 6 agosto 1866.
Studia disegno alla Scuola comunale di Livorno, in cui insegna Natale Betti, suo fedele maestro.
Ottiene una borsa di studio per l’Accademia di Belle Arti di Firenze, in cui insegna Giovanni Fattori e nel 1884 si trasferisce nel capoluogo toscano. Entra in contatto con gli artisti macchiaioli, Silvestro Lega e Telemaco Signorini e inoltre stringe amicizia con il suo compagno di Accademia, Giuseppe Pellizza da Volpedo. Nella sua pittura il divisionismo, di tempra sociale, si alterna con un genere paesaggistico.
Nel 1984 è accusato di aver partecipato a riunioni anarchiche e testimonia in sua difesa T. Signorini; nel periodo di prigionia disegna i carcerati di Sant’Andrea.
Nel 1902 parte da Genova per giungere a Torre del Lago, dove incontra Gabriele d’Annunzio, Eleonora Duse, Gabriele Puccini, Grazzia Deledda, Galileo Chini; quattro anni più tardi, nel 1907, espone, alla VI Biennale di Venezia, La nave corsara e Gl’insorti, Garibaldi e Alba di Gloria e progetta, insieme a G. Chini, la duplice sala intitolata L’arte del Sogno.
Nel 1914 entra nella Loggia Felice Orsini di Viareggio, divenendo nel 1916 Maestro massone.
Nel 1919 si stabilisce definitivamente a Firenze e negli anni Venti aderisce al Fascismo, realizzando Incipit nova aetas.
Plino Nomellini è anche un organizzatore eclettico: nel 1928 presiede il Gruppo Labronico, un’associazione di pittori che nasce a Livorno il 15 luglio 1920.
Negli anni Trenta accresce il suo prestigio, alimentato dalle personali tenute alla Galleria di Palazzo Ferroni di Firenze nel 1933, alla Galleria d’arte di Genova nel 1934, e, soprattutto, dalle numerosre rassegne e mostre collettive. E’ presente a tutte le edizioni della Biennale di Venezia, svolte dalla fine della prima guerra mondiale fino al 1942.
Muore a Firenze l’8 agosto 1943.