Orfeo Tamburi

Orfeo Tamburi

Orfeo Tamburi, artista-italiano del novecento, autoritratto

Orfeo Tamburi, Disegnatore, pittore, giornalista italiano, nasce a Jesi nel 1910 dove consegue il diploma presso l’Istituto Tecnico nel 1926.

Grazie ad una borsa di studio, si trasferisce a Roma nel 1928 per iscriversi al Liceo Artistico di via Ripetta e in seguito all’Accademia di Belle Arti dove incontra Ennio Flaiano e Vincenzo Cardarelli.

Nel 1932 fa i primi passi come pittore esponendo alcune opere alla III Sindacale Laziale, l’anno dopo alla I Mostra Nazionale del Sindacato degli artisti di Firenze, poi espone al Bragaglia Fuori Commercio,

Dopo un soggiorno a Parigi dove, visitando musei e gallerie, scopre la pittura di Cèzanne, Orfeo Tamburi nel 1935 ritorna a Roma, partecipa alla II Quadriennale e si dedica soprattutto al paesaggio favorendo la sua fresca vena del disegno.

Nel 1936 ottiene l’incarico di effettuare un affresco nel Palazzo dell’Anagrafe dal titolo Carnevale romano, mentre continua a produrre ed a esporre, nel 1938 alla III Quadriennale, alla II Mostra milanese di “Corrente”, e, nel gennaio 1940, con il gruppo romano di Guttuso, Guzzi, Montanarini, Ziveri, Fazzini alla Galleria di Roma in una mostra significativa del nuovo clima “realista”.

Negli anni ’40 Orfeo Tamburi disegna figurini e scene per una ripresa de “La sacra rappresentazione di Abrham e Isaac” di Feo Belcari, viene incaricato di realizzare sei pannelli per l’atrio dell’EUR con la Storia del Teatro dalle Origini al Melodramma, di cui verranno realizzati solo i cartoni, è presente alla Biennale di Venezia, tiene una personale alla Galleria Barbaroux di Milano e Gino Severini gli dedica una piccola monografia.

Nel 1944 pubblica il volume di disegni Piccola Roma, con una poesia di Ungaretti e illustra anche le Passeggiate romane di Stendhal.

Dal 1947 Orfeo Tamburi si trasferisce a Parigi che dal quel momento diventa la sua città, e compie molti viaggi in Olanda, Belgio, Spagna, Londra, Napoli e Pompei, ritraendo alcuni paesaggi particolarmente suggestivi. mantenendo però sempre saldi i contatti con l’ambiente romano.

Nel 1948 il pittore è invitato ad esporre al Musée d’Art du Livre di Bruxelles, alla Galleria “Rive Gauche” di Parigi e l’anno dopo espone alla Galleria “Wolsenberg” di Zurigo e alla Galleria L’Athenée” di Ginevra.

Nel ’51 partecipa come attore protagonista al film “L’invidia” di Roberto Rossellini e negli anni seguenti, sempre ricercatissimo, Orfeo Tamburi viene invitato al Museum of Modem Art di San Francisco, alla “Landau Gallery” di Los Angeles, alla Galleria “L’ami des lettres” di Bordeaux.

Nel 1957 il pittore espone a New York alla “Sagittarius Gallery”e dall’inizio degli anni ’60, viaggia attraverso gli Stati Uniti come inviato speciale della rivista newyorkese “Fortune” per la quale dipinge 10 città americane.

Ormai famoso ed affermato come artista, Orfeo Tamburi nel 1964 dona alla Pinacoteca Civica di Jesi, numerosi disegni, guazzi, litografie e nel 1969 fonda il “Premio Città di Jesi – Rosa Papa Tamburi” dedicato alla madre.

Nel 1971 l’artista viene premiato con la Medaglia d’Oro di Prima Classe al Merito alla Cultura, dal Presidente della Repubblica, mentre le su opere si trovano nelle migliori gallerie d’arte in Italia, ma anche all’estero.

Nel 1974 viene allestita alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Ferrara, Palazzo dei Diamanti, una sua grande mostra antologica e l’anno dopo ottiene il Premio Internazionale “Città Eterna” a Roma, mentre a Jesi si svolge la prima edizione del “Premio Città di Iesi – Rosa Papa Tamburi”, concorso ideato dall’artista per incrementare la collezione d’arte Contemporanea del Comune.

Nel 1978 la Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia organizza una sua mostra antologica delle opere di Orfeo Tamburi dal titolo «Il mio teatro», al Palazzo Frangini a Biglia di Sacile.

Nel 1979 l’Editions Denoël di Parigi ed Il Cigno Stamperia d’Arte di Roma collaborano alla pubblicazione di un’opera in tre volumi dal titolo «Paris 20+1» con testi di Nino Frank, Georges Pillement e Paul Guth che Orfeo Tamburi illustra con 105 disegni in bianco e nero e 21 incisioni in acquaforte e acquatinta a molti colori.
Nell’ultimo decennio della sua vita, il pittore viaggia molto, visita tra l’altro Spagna, Inghilterra, Grecia e Stati Uniti, in itinerari che colpiscono la sua immaginazione, riportando sulla tela e sulla carta, impressioni e immagini che daranno vita a nuove opere e al suo “Quaderno del pittore”.

Orfeo Tamburi muore a Parigi il 5 giugno del 1994 dopo essersi fatti un nome come pittore, attore, scenografo e scrittore.