Maschere del ‘900
MASCHERE DEL ‘900
dal 5 al 28 febbraio
presso i locali della Galleria
Gino Severini e le sue maschere geometricamente disegnate, Corrado Cagli, un capolavoro giovanile di Aligi Sassu, una rara mascherina di bronzo di Roberto Melli del 1913, già esposta alla Secessione Romana, sono tra le cose più notevoli di questa mostra sul tema della maschera, dei personaggi della commedia dell’arte, del canevale nell’arte del ‘900 italiano. E’ un repertorio dove i maggiori si mescolano allegramente, come in un veglione appunto, ai piccoli maestri, il solenne con il grazioso, lo scherzo con la mascherata tragica come nel caso della splendida illustrazione di Alberto Martini per il racconto di Poe “Hop Frog”. Vi sono anche le melanconiche maschere romanesche di Angelo Urbani del Fabbretto, guitti in bolletta e infreddoliti. Oppure una piazza San Mrco tutta in maschera, una pittura di quasi quattro metri del poco noto Ugo Rossi, che ornava la sala da ballo di un lussuoso transatlantico del dopoguerra.
IL LIBRO DELLE OMBRE: LE MASCHERE NERE DI ALBERTO
Il pezzo forte della mostra “Maschere del ‘900” è la presentazione della serie di disegni a china su carta di Alberto Martini che compongono il ciclo “Venezia. Il Libro delle Ombre”, ideato dall’artista tra il 1909 e il 1910 sul tema della maschera. Galanti maschere veneziane, ma anche maschere come ne portavano i ladri e i personaggi del mistero nei romanzi d’appendice, i clienti di case equivoche che nascondevano il volto per poter con sicurezza esporre il corpo nudo alle perversione del caso. Mascherine, ma anche larve, secondo l’antico e desueto sinonimo che accomuna le maschere ai fantasmi. Alberto Martini si conferma in questa serie il ”mago del bianco e nero”, straordinario interprete e traduttore del bizzarro. Le sue “Maschere” sono fluide macchie, ideogrammi di un misterioso enigma.