Mario Micheletti
Mario Micheletti
Mario Micheletti nasce a Balzola Montefferato (Alessandria) il 10 marzo 1892.
Terminati gli studi classici, si iscrive all’Accademia Albertiana, diventando uno studente prodigio di Giacomo Grosso.
Negli anni Venti vive a Londra, dove ritrae esponenti della nobiltà inglese e della casa reale.
Paretecia a numerose esposizioni pubbliche: nel 1923 alla Quadriennale di Torino (alla quale partecipò anche nel 1927, 1951, 1955, 1964 e 1974), alla Biennale di Venezia nel 1924 e nel 1926 e alla Quadriennale di Roma nel 1925 (e fino al 1937).
Nel 1934 prende parte alla I mostra del Sindacato nazionale fascista di belle arti a Firenze con Autoritratto; un’opera influenzata dal realismo magico: il pittore si autoritrae dietro la sua modella nuda, all’aperto, ritratta in una posa che riprende l’Olympia di Edouard Manet.
A Parigi frequenta gli artisti di Montmartre; studia l’impressionismo e il post-impressionismo, conosce Pablo Picacco, Jean Concteau e Henri Matisse.
Negli anni Quaranta la sua pittura risente una forte influenza del verismo, in cui la luminosità del colore ha una forte rilevanza.
Le sue opere sono spesso caratterizzate da una pennellata immediata: negli anni Sessanta dipinge paesaggi naturalistici che dialogano con il simbolico e l’allegorico.
La sua attività sia pittorica che espositiva è molteplice e numerosi sono i riconoscimenti.
Nel 1971, presso il Circolo degli artisti di Torino, partecipa alla collettiva “133 pittori e il Cervino” e ad altre mostre, sempre nella sua città. Nel 1973, a causa di una malattia alle mani provocata dai colori, smise di dipingere per un lungo periodo.
Dopo un soggiorno di lavoro sulla costiera ligure, muore a San Maurizio Canavese (Torino) il 2 dicembre 1975.