Giulio Aristide Sartorio

Giulio Aristide Sartorio

Giulio Aristide Sartorio nasce a Roma l’11 febbraio 1860.
Si forma inizialmente in ambito familiare, essendo sia il padre che il nonno artisti, e solo successivamente frequanta l’Accademia di Belle Arti.

Dopo un primo periodo alle dipendenze di artisti e architetti già affermati, nel 1879 riesce ad aprire il proprio studio e iniziare la sua carriera personale.
Nel 1882 collabora, come illustratore, con la Rivista Cronaca Bizantina, e con Gabriele D’Annunzio per l’editio Picta di Isaotta Guttadauro. Due anni dopo si reca a Parigi dove ha modo di osservare le residenze fatte costruire nel passato dai regnanti di Francia e dove visita il Salon; la visita di quest’ultimo influenza molto la visione artistica di Sartorio. Nel 1889 espone, sempre nella capitale francese, I Figli di Caino, all’Esposizione Universale, con il quale vince la medaglia d’oro.
Rientrato in Italia, Sartorio mostra di aver subito il fascino della pittura della scuola di Barbizon, iniziando a dipingere paesaggi molto intensi.

Parallelamente alla pittura di paesaggio, l’artista di dedica anche una a una produzione afferente alla corrente simbolista: questo è il caso del dipinto Le Vergini savie e le Vergini folli, commissionato dall’importante mecenate Giuseppe Primoli.
Tra il 1893 e il 1894 compie un lungo viaggio in Inghilterra, nel quale può osservare la pittura preraffaellita; incontrandone gli esponenti più importanti Edward Burne-Jones e William Morris.

Nel 1896 il Granduca Carlo Alessandro di Sassonia lo vuole come insegnante per la Scuola di Belle Arti di Weimar. Sartorio ha comunque il tempo per dedicarsi all’attività pittorica e di visitare le maggiori città tedesche.
I primi anni del nuovo secolo espone, nuovamente, all’Esposizione universale di Parigi, all’Esposizione internazionale d’arte a Venezia e all’Esposizione nazionale di belle arti a Milano.

Nel 1908 riceve l’incarico di decorare la nuova sala a Palazzo Montecitorio, dove ha l’intento di esaltare la storia d’Italia; il lavoro viene completato nel 1913.
Con lo scoppio del primo conflitto mondiale Sartorio di arruola volontario, poco dopo esser stato ferito viene fatto prigioniero e detenuto in Austria; solo grazie all’intervento del Pontefice viene liberato.
Gli ultimi anni della sua vita sono un susseguirsi di mostri e viaggi per il mondo.

Muore a Roma il il 3 ottobre del 1932.