Giovanni Guerrini
(Imola, 1887 – Roma, 1972)
L’Adriatico
Il Mediterraneo
Il Tirreno
Enea approda alle foci del Tevere
La nascita di Roma
Distruzione di Cartagine
1938-40 ca.
Matita, china e biacca su cartoncino, cm 35 x 45
Esposizioni:
Milano 1999, Muri ai pittori. Pittura murale e decorazione in Italia 1930 – 1950, Museo della Permanente, n. 66; Roma 2005, E42-EUR Segno e Sogno del ‘900, Palazzo delle Fontane;
Roma 2009, Giovanni Guerrini, 1887 – 1972, Pittore, Architetto, Decoratore, Nuova Galleria Campo dei Fiori, n. 49.
Bibliografia:
M. Calvesi, E. Guidoni, S. Lux (a cura di), E42 Utopia e scenario del Regime, II Urbanistica, architettura, arte e decorazione, Roma, Archivio Centrale dello Stato, Roma 1987 (Cataloghi Marsilio, Venezia), pp. 310 – 314;
AA.VV., Muri ai pittori. Pittura murale e decorazione in Italia 1930 – 1950, Milano 1999 (Mazzotta Editore, Milano), n. 66, pp. 185, 244;
C. Bertilaccio, F. Innamorati, EUR S.p.A. e il Patrimonio di E42; manuale d’uso per edifici e opere, Palombi Editori, Roma 2004;
C. F. Carli, Gianni Mercurio, Luigi Prisco, E42 – EUR Segno e sogno del ‘900, Roma 2005;
C. F. Carli, Giovanni Guerrini, 1887 – 1972, Pittore, Architetto e Decoratore, pp. 81, (Nuova Galleria Campo dei fiori), Roma 2009, p. 125, n. 49.
Quando si mise in moto l’imponente macchina organizzativa e operativa dell’Esposizione Universale che avrebbe dovuto tenersi a Roma nel 1942, ci si rese conto della necessità di disporre sul luogo di un edificio di rappresentanza che accogliesse pure uffici e servizi, rispondendo a criteri funzionali. Il Palazzo degli Uffici, il cui progetto fu affidato, nel 1937, a uno dei più stimati e giovani collaboratori di Marcello Piacentini, l’architetto Gaetano Minnucci, ebbe dunque la priorità cronologica sugli altri. Inoltre, sembra su ispirazione di Giuseppe Bottai, si decise che tutti gli edifici significativi, tra cui anche il Palazzo degli Uffici, sarebbero stati sottratti al destino effimero, fin lì riservato ai padiglioni espositivi, divenendo altrettante strutture di un futuro centro urbano, fulcro del progetto di espansione di Roma verso il mare. In realtà la destinazione ulteriore dell’edificio non fu mai definita.
In piena coerenza con il dibattito, vivacissimo all’epoca, sulla promozione delle arti decorative (culminato con la promulgazione nel 1942 della cosiddetta legge del 2%), per il Palazzo degli Uffici dell’E42 fu prevista la dotazione di un importante corredo artistico, interamente realizzato prima della sospensione bellica, anche se alcuni elementi minori furono poi rimossi. Si trattava della statua bronzea del Genio del fascismo (poi disinvoltamente ribattezzato Genio dello sport) di Italo Griselli; l’altorilievo marmoreo di Publio Morbiducci, dedicato alla Storia di Roma attraverso le opere edilizie; l’affresco di Giorgio Quaroni nella sala riunioni sul tema: la Fondazione di Roma; la tarsia marmorea di Francesco Coccia (realizzata forse assieme a Giovanni Guerrini) nella Stanza del commissario; infine, i due gruppi gemelli in travertino con la Chimera che lotta contro il Minotauro e la Chimera che lotta contro il Centauro di Dino Basaldella.
Un posto a parte occupa la decorazione musiva della fontana luminosa collocata nel piazzale di ingresso per il pubblico, che inizialmente avrebbe dovuto constare di quattro elementi, che furono poi realizzati in numero di tre. Si trattava di bacini decorati a mosaico, a livello terreno, ciascuno articolato in sei riquadri. Dell’esecuzione dei mosaici furono incaricati tre artisti (Giovanni Guerrini, Giulio Rosso, Gino Severini), esperti nella tecnica musiva (Guerrini fondatore della Sezione del Mosaico presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna; Severini molto attivo, negli anni Trenta, nel mosaico, tanto a livello teorico che operativo, in Svizzera e in Italia: basti pensare all’importante commessa del Foro Mussolini). Antonella Greco ha studiato i documenti da cui sappiamo che Guerrini fu incaricato dei mosaici della fontana il 22 marzo 1939; il lavoro è completato ufficialmente con il collaudo del 25 aprile 1940.
Guerrini affianca la trattazione di temi mitologici (La distruzione di Cartagine, Enea approda alle foci del Tevere, La nascita di Roma) ad altri allegorici (Il Tirreno, L’Adriatico, Il Mediterraneo), con una spigliatezza di linguaggio degna di nota rispetto al recepimento di un’attitudine classicistica abitudinaria, e forse portatrice di assonanze Déco: si veda la tendenza all’allungamento manieristico delle figure; ovvero l’assunzione di attitudini modernistiche, specie nella Nascita di Roma. All’inizio, il motivo principale avrebbe dovuto essere quello del fiume, il Tevere (era stata anche prevista una scultura monumentale distesa, sul tipo del Marforio capitolino o del Nilo vaticano, ipotesi presto lasciata cadere), per passare a privilegiare il tema marino, in consonanza con il tema caro a Mussolini dell’espansione di Roma verso il mare, ribadito perentoriamente nell’architrave principale dell’edificio. A suggerire i temi iconografici dovettero essere le classiche fonti dell’Eneide e di Livio.
La scelta del mosaico in bianco/nero non è casuale: si è già accennato all’imponente precedente del Foro Mussolini; ma anche l’eco dell’antico ebbe la sua parte, grazie al paramento pavimentale del Piazzale delle Corporazioni di Ostia Antica, realtà che aveva una sotterranea riconnessione con l’E42, in quanto gli stanziamenti per gli scavi archeologici di Ostia erano stati compresi nella pingue dotazione finanziaria dell’Esposizione.
Carlo Fabrizio Carli