Nasce il 30 marzo 1892 a Fondo nel Trentino. Studia a Rovereto, ancora parte dell’Impero Austroungarico e nel 1908 è respinto all’esame d’ammissione all’Accademia di Belle arti di Vienna. Nel 1911 e 1913 espone alla Libreria Giovannini di Rovereto disegni simbolisti e d’impegno sociale. Entra in contatto con la Galleria Futurista di Giuseppe Sprovieri a Roma, dove vede in mostra le sculture di Boccioni. Qui l’anno dopo parteciperà alla Esposizione Libera Futurista Internazionale. Conosce Balla, Marinetti, Cangiullo. Allo scoppio della guerra fugge da Trento e si stabilisce a Roma dove lavora con Giacomo Balla. Assieme firmano il manifesto Ricostruzione Futurista dell’Universo. Costruisce Complessi plastici motorumoristi e viene ammesso ufficialmente nel gruppo dei futuristi. Arruolatosi volontario, viene però riformato. Conosce Diaghilev che gli commissiona scene e costumi per Le Chant du Rossignol di Stravinskij, che però non fu realizzato. Fa amicizia con Gilbert Clavel, gobbo e tubercolotico rampollo di industriali svizzeri, letterato e studioso di antico Egitto, con cui metterà in scena nel 1918, al Teatro dei Piccoli di Roma, i Balli Plastici con marionette da lui realizzate e musiche di compositori contemporanei come Casella e Malipiero. Nel 1920 torna a Rovereto dove fonda, assieme alla moglie Rosetta Amadori, una Casa d’Arte che traduce in stile futurista le arti applicate, la grafica, la pubblicità. Fondamentale la sua collaborazione con Campari, per cui progetta immagini, oggetti e anche spazi architettonici in funzione pubblicitaria. A Roma nel 1921-22 arreda i locali del Cabaret del Diavolo. Nel 1923 una sua sala è allestita alla Prima Biennale d’Arte Decorativa di Monza. La sua “auto monografia”, Depero Futurista, libro rilegato con bulloni metallici, esce nel 1927. Nel settembre 1928 parte per New York dove resterà fino al 1930. Realizza arredamenti per ristoranti, copertine per riviste come Vanity Fair, Movie Makers e Vogue, varie pubblicità e scene e costumi per il Roxy Theatre. Sottoscrive il Manifesto di Aereopittura Futurista. Nel 1932 pubblica il Manifesto dell’Arte Pubblicitaria. Sempre nel 1932, alla XVIII Biennale di Venezia, l’artista ha una sala a lui dedicata. Nel 1940 la Legione Trentina pubblica il libro autobiografico Fortunato Depero nelle opere e nella vita. Durante la guerra si ritira in montagna, a Serrada, vicino Rovereto. Torna nel 1947 a New York, dove resta due anni, ma non ottiene il successo che aveva sperato. Tornato in Italia pubblica un Manifesto della pittura plastica nucleare, e partecipa alle prime mostre storiche dedicate al movimento futurista.
Lavora alla decorazione della sala del Consiglio Provinciale di Rovereto di cui cura l’intera decorazione in legno e vetro. Allestisce a Rovereto la Casa Museo Depero, museo di se stesso.
Muore a Rovereto il 19 novembre 1960.