Eugene Berman
(San Pietroburgo, 1899 – Roma, 1972)
La Nuit de Rois (Twelve Night)
1938
Inchiostro, acquerello e gouache su carta, cm 32 x 24,5
Durante il suo primo viaggio negli Stati Uniti (1935-36), Berman ebbe l’occasione di realizzare uno dei suoi più grandi sogni: lavorare per il teatro. Come egli stesso dichiarò, si trattava di una vera e propria ossessione nata durante la sua infanzia trascorsa a San Pietroburgo: a sei anni aveva già avuto modo di visitare il teatro Mariinsky e uno dei suoi vicini di casa era il ballerino e coreografo Vaclav Fomič Nižinskij, personaggio che il piccolo Berman guardava con grande fascinazione; inoltre, erano gli anni in cui Sergej Djagilev rinnovava l’arte del balletto, fondando a Parigi la celebre compagnia dei Balletti Russi. Fu proprio nella capitale francese che la passione di Berman per il teatro si intrecciò in maniera indissolubile con la sua ricerca artistica.
Non appena atterrato a New York nel febbraio 1935, l’artista si diresse subito ad Hartford, in Connecticut, per incontrare il direttore del Wadsworth Atheneum Museum, Arthur Everett Austin Jr., e per seguire da vicino l’allestimento della mostra di suoi disegni che avrebbe inaugurato di lì a poco nello stesso museo. Austin, essendo venuto a conoscenza del desiderio di Berman di volersi cimentare come scenografo, decise di coinvolgerlo nella prima edizione dell’Hartford Festival, evento internazionale da lui stesso ideato, che radunò i migliori artisti, coreografi, danzatori e musicisti del momento. In prima istanza gli commissionò la scenografia per un concerto sinfonico diretto da Virgil Thomson per poi affidargli, all’ultimo minuto – come ricorderà lo stesso Berman – il decoro della hall dell’auditorium dove si sarebbero tenuti tutti gli spettacoli. Fu un enorme successo, sia per il pubblico che per la critica, che segnò ufficialmente l’inizio della sua carriera di scenografo.
Rientrato a Parigi, iniziarono, infatti, ad arrivare i primi ingaggi. Nel 1938, l’attore e regista francese Louis Jouvet, chiese a Berman di realizzare le scenografie per la celebre commedia di Shakespeare La dodicesima notte, che avrebbe dovuto andare in scena al Theatre de L’Athenée di Parigi. Sebbene l’opera non venne mai prodotta, restano a testimonianza del progetto i numerosi schizzi per le scenografie, tra cui il disegno qui presentato. Come indicato dall’artista, si tratta, in particolare, di uno studio per il giardino di Olivia, luogo in cui è ambientata la prima scena del terzo atto della commedia. Berman non offre al pubblico la rappresentazione del giardino, ma antepone una monumentale architettura che fa da soglia. L’artista ha infatti immaginato un grande portale con due aperture laterali simmetriche, intramezzate da una sorta di loggia da cui è possibile intravedere alcuni alberi del giardino di Olivia. Il profondo rigore della prospettiva e la perfetta simmetria, che non riguarda solo gli elementi architettonici ma anche quelli decorativi – come i due busti abbozzati sopra l’architrave –, sembra entrare in contrasto con la libertà del tratto, con la leggerezza e rapidità della colorazione ad acquerello: in realtà, il risultato è un’opera di grande equilibrio e raffinatezza, che si emancipa della sua natura di bozzetto preparatorio e afferma la sua completa autonomia. Questa caratteristica accomuna tutta la produzione teatrale di Berman, differenziandola da quella dei suoi colleghi, ed è proprio per questo che i suoi bozzetti sono stati sin da subito oggetto di interesse da parte dei più importanti collezionisti internazionali.