Dino Buzzati
Dino Buzzati
Dino Buzzati Traverso nasce il 16 ottobre 1906 a San Pellegrino di Belluno.
Proviene da una famiglia alto borghese e di ricca tradizione culturale; il padre, Giulio Cesare Buzzati, fu un noto giurista di Belluno, la madre, Alba Mantovani, di origini venete, fu la sorella dello scrittore Dino Mantovani.
Fin dall’infanzia la sua educazione è temprata dagli studi umanistici, dalle letture classiche; la sua formazione è seguita premurosamente dalla madre, per la quale Dino Buzzati ha grande ammirazione e stima.
Studente diligente, conseguita la maturità classica, si iscrive all’Università di Milano, conseguendo, nei giusti tempi, la laurea in Giurisprudenza. Appassionato di letteratura e scrittura, Dino Buzzati preferisce dedicarsi alla professione giornalistica piuttosto che giuridica. Ancor prima di finire il suo percorso accademico, nel 1928 entra come praticante al “Corriere della Sera” e, dopo una lunga gavetta, diviene redattore, infine inviato. La sua carriera giornalistica non ha un immediato successo; la “Domenica del Corriere” gli respinge alcuni testi, tra cui un raccontoche prende come riferimento le storie di Edgar Allan Poe, illustrato da disegni di piccole dimensioni; diversamente da Barnabo delle montagne, che gode di un discreto successo, Il segreto del bosco vecchio cade nell’oblio e nell’indifferenza.
Nonostante gli ostacoli, Dino Buzzati continua a scrivere racconti originali, adottando particolari caratteri come gli elzeviri, non graditi dal “Corriere”, ma di raffinata ed elevata qualità letteraria.
Nel 1940, anno della pubblicazione del suo celeberrimo romanzo, Il deserto dei Tartari, è inviato di guerra dal ”Corriere” ad Addis Abeba, scrive numerosi racconti che sono stati pubblicati nel 1992 nella raccolta Il buttafuoco: cronache di guerra sul mare.
Aderisce alla Repubblica sociale italiana; pubblica nell’edizione Mondadori la sua prima raccolta di novelle: I settemessageri.
il 26 aprile 1945 firma sul “Corriere” in prima pagina il suo editoriale Cronaca di ore memorabili, in cui commenta la Liberazione, avvenuta il giorno precedente.
Dopo la caduta del Fascismo, si dedica alla cronaca nera, il suo settore prediletto; in seguito, nel 1950, è vicedirettore della “Domenica del Corriere”.Verso la fine degli anni Sessanta scrive soprattutto nel settore d’arte e viene nominato dal “Corriere” critico d’arte.
Non solo giornalista, uomo colto, amante della letteratura e dell’opera lirica, Dino Buzzati è anche un talentuoso pittore e disegnatore che riesce a esprimere nelle sue opere una narrazione che si lega sempre alla letteratura oppure ai suoi romanzi; Buzzati stesso definisce i suoi dipinti storie dipinte, e lo stile pittorico segue il Simbolismo, la Metafisica dechirichiana. Negli anni Sessanta, invece, abbandona il sogno, l’apparente sospensione del tempo, per avvicinarsi a uno stile più oscuro, noir, caratterizzato da tematiche quali il delitto, la sessualità come La vampira del 1965 oppure Laide del 1967, quest’ultima opera richiama la giovane ballerina, protagonista del suo appassionante romanzo Un amore del 1963.
I Miracoli di Val Morèl, datati 1971, sono il suo ultimo lavoro, in cui raccoglie 39 invenzioni di ex voto.
Muore a Milano il 28 gennaio 1972.