Art Insights: I Coniugi Savinio

Attraverso il progetto Art Insights la Galleria del Laocoonte intende presentare una varietà di opere accuratamente selezionate; dipinti, disegni e sculture, che raccontano storie, che sono rappresentative della vita e del percorso di importanti artisti del XX secolo e che consentiranno di approfondirne la conoscenza.

Questa settimana  il nostro focus è dedicato al multiforme genio creativo di Alberto Savinio, la cui opera è peraltro celebrata attraverso gli splendidi ricami realizzati dalla amatissima moglie Maria Morino che desideriamo presentarvi:

Maria Morino Savinio nacque a Roma nel 1899, e sin da giovanissima si dedicò all’attività di ricamo, ma fu solo durante il periodo trascorso a Parigi negli anni ’20 che l’artista realizzò il suo primo ricamo su tela, da un disegno realizzato dal cognato Giorgio De Chirico.

Di li a poco avrebbe riprodotto in arazzo il primo dipinto del marito: L‘Idillio marino (1927), la cui traccia le fu disegnata sulla tela da Savinio stesso e quando l’opera fu compiuta venne esposta con la dicitura «Alberto Savinio, ricamo eseguito da Maria Savinio».

Va detto che Maria Savinio non fece del ricamo la sua attività principale, che fu al contrario lo sporadico frutto di un periodo di grama. Quando andarono a vivere a Parigi i coniugi Savinio non avevano risorse, così Maria fece di necessità virtù. Ma quando Alberto Savinio cominciò ad aver successo, Maria smise di ricamare, dedicandosi ai loro figli. Riprese dopo la morte del marito e nel 1954 mettendo insieme tutto il lavoro fatto nei due anni precedenti inaugurò la sua prima mostra di ricami, tutti fedelmente derivati da dipinti di De Chirico e soprattutto del marito, «un altro modo per stargli vicino», aveva scritto.

I tre arazzi in esame furono realizzati da Maria Savinio sulla base di tre noti dipinti del marito Alberto Savinio: Torna la dea nel tempio del 1944, Centaurina del 1950 e Orfeo vedovo, anch’esso del 1950. Tre soggetti della mitologia greca, che il genio multiforme dell’artista aveva rappresentato attraverso l’immagine di una dea Atena con testa di civetta, di un centauro femminilizzato e di un Orfeo che al posto della testa ha una cetra. Attraverso una fitta trama di fili di lana e sete artificiali, sapientemente mescolati tra loro, Maria Savinio restituisce fedelmente le tinte della tavolozza dell’artista, ricreandone gli effetti di luci e di ombre, così come le sfumature e i volumi, rispettando infine anche le dimensioni dell’opera originale, una vera e propria copia conforme intessuta su tela.

Andrea De Chirico (1891-1952), più noto con lo pseudonimo di Alberto Savinio, era il fratello minore di Giorgio De Chirico. Nacque in Grecia, per poi studiare a Monaco e trasferirsi quindi a Parigi. Arrivò alla pittura tardi: iniziò a dipingere solo nel 1927, all’età di trentasei anni. La sua attività di pittore iniziò a Parigi in pieno surrealismo, ed egli entrò a far parte del movimento. Tuttavia, il suo stile rimane molto singolare, in una zona intermedia tra surrealismo e metafisica.

Le quattro opere qui mostrate, diverse sia per la materia che per le tecniche utilizzate danno un’idea del virtuosismo dell’artista.

“Muoio innocente. Perdono i miei uccisori e prego Dio che il sangue che state per versare non cadrà mai sulla Francia” – Luigi XVI

Un finissimo pastello descrive i volti sornioni di Luigi XVI e la consorte Maria Antonietta, appena decapitati. Sono al centro della composizione all’interno di un riquadro che a prima vista potremmo identificare in una cornice, in realtà si tratta della ghigliottina, la cui lama mortale è nascosta dall’immagine di un berretto frigio, simbolo della rivoluzione francese.

Il Ricordo di una famiglia è un delizioso acquerello del 1946-47 in cui l’artista, basandosi su una vecchia fotografia dell’album di famiglia, ritrae  il fratello maggiore Giorgio De Chirico, la sorellina Adele e la loro madre Gemma. 

L’abilità di Alberto Savinio nella pittura ad olio può essere osservata chiaramente nel Ritratto di Marcella Giulini, in cui l’artista ritrae il volto di Marcella De Girolami (Roma 1921 – Milano 1995), moglie del noto direttore Carlo Maria Giulini (Barletta 1914 – Brescia 2005), grande amico dell’artista. Il ritratto fu, infatti, un dono dell’artista alla coppia.

E infine, il disegno con cui Alberto Savinio, ironicamente riporta il tema biblico del Figliol prodigo alla dimensione domestica.

Per ulteriori informazioni, si prega di contattare info@laocoongallery.co.uk