Antonio Mancini

Antonio Mancini

Antonio Mancini nasce a Roma il 14 novembre del 1852.
Nel 1865, dopo un periodo vissuto in Umbria, si trasferisce con la famiglia a Napoli.
Si iscrive, giovanissimo, all’Accademia di Belle Arti della città partenopea, nella quale ha anche modo di entrare in contatto, nelle pinacoteche e nelle chiese, con le opere dei maggiori maestri del passato, come Caravaggio o Ribera.

Inizia, negli stessi anni, l’apprendistato presso la bottega di Stanislao Lista, dove conosce e stringe amicizia con Vincenzo Gemito.
Nel 1872, a venti anni, parte alla volta di Venezia, grazie all’aiuto di Albert Cahen, dove può studiare la pittura veneta, e successivamente visita Milano, per l’Esposizione nazionale di Belle Arti, nella quale espone due piccole opere.

Nel 1874 avviene l’importantissimo incontro, con il pittore spagnolo Fortuny, il quale viene considerato un mentore dal pittore, e il cui rapporto è interrotto solo dalla prematura morte dell’iberico a Roma.
Questa prima fase della carriera è segnata dalla presenza costante nelle opere del pittore delle persone comuni che aveva la possibilità di incontrare camminando per Napoli, e che posavano per Mancini nello studio condiviso con l’amico Gemito.

Nel 1875 Antonio Mancini risiede per alcuni mesi a Parigi, dove frequenta il nutrito gruppo di italiani presenti; nella capitale francese stipula un contratto, che dava facoltà al pittore di risiedere e inviare le opere da Napoli, con il più importante mercante d’arte Adolphe Goupil.
Un nuovo soggiorno, insieme a Gemito, a Parigi avviene nel 1878; qui i rapporti tra i due pittori si guastano per motivi economici, e così Mancini decide di tornare a Napoli.

Nel 1883 si trasferisce definitivamente a Roma a seguito, di una degenza in un ospedale psichiatrico. Nel 1887 è di nuovo a Venezia per l’Esposizione Nazionale.

Nel 1894 riceve l’importante commissione del ritratto della madre di Maffeo Pantaleoni, che ammalia gli spettatori all’Esposizione universale di Parigi, e che viene premiato.
Dopo questo grande traguardo, Antonio Mancini si reca nel 1901 a Londra, dove riceve le commissioni delle più importanti famiglie inglesi, e successivamente espone alla Royal Accademy.
Con l’inizio del nuovo secolo si susseguono le partecipazioni a mostre in tutto il mondo: nei Paesi Bassi, a Düsseldorf (1904) e Monaco di Baviera nel 1905.

Nel 1908 a Roma firma un contratto con Otto Messinger, grazie al quale viaggia per la Germania meridionale, conoscendo il pittore simbolista Fran von Stuck.
Successivamente si lega al mercante francese Ferdinand du Chene du Vere, con il quale risiede nella villa di Frascati, dove ha tutto il necessario per condurre una prolifica attività pittorica.
Alla Biennale di Venezia del 1920 a Mancini è concessa una personale, e tutte le opere presenti vengono comprate da facoltosi acquirenti.

L’ultimo decennio della sua via prosegue tranquillo tra riconoscimenti accademici e mostre internazionali; viene nominato cittadino onorario di Napoli nel 1923.

Antonio Mancini muore a Roma il 28 dicembre 1930.