Afro Basaldella
Afro Basaldella
Afro Libio Basaldella nasce a Udine nel 1912. Dopo la morte del padre, pittore e decoratore, studia a Firenze e a Venezia dove si diploma in pittura nel 1931. L’esordio artistico avviene nel 1928, all’età di 16 anni, quando espone con i fratelli Mirko e Dino alla I Mostra della Scuola Friulana d’Avanguardia a Udine.
L’anno seguente prende parte alla XX Esposizione dell’Opera Bevilacqua La Masa a Venezia. Sempre nel 1929 ottiene una borsa di studio della Fondazione Marangoni di Udine, grazie alla quale si reca a Roma con il fratello Dino. Qui Afro Basaldella entra in contatto con l’ambiente artistico della capitale e quindi con Scipione, Mario Mafai e Corrado Cagli.
Nel 1932 si trasferisce a Milano dove, grazie all’intermediazione del fratello Mirko, frequenta lo studio di Arturo Martini. Sempre a Milano nel 1933 ha l’occasione di esporre alla Galleria del Milione. In seguito Afro tornerà a Roma per poi partecipare nel 1935 alla Quadriennale. Proprio nella capitale, alla Galleria Cometa avranno luogo le prime personali dell’artista nel ’36 e ’37.
La partecipazione alla biennale di Venezia
Sempre nel 1936 prende parte alla Biennale di Venezia, a cui parteciperà anche alle successive edizioni del ’40 e del’42. Nel 1938 Afro Basaldella si reca a Parigi dove fa la diretta conoscenza dell’opera di Picasso, autore che influenzerà gli anni della sua maturità artistica a tal punto che nel primo dopoguerra la sua pittura sarà definita neocubista.
Dopo l’esperienza della Scuola Romana, il breve avvicinamento al Neocubismo e la realizzazione di pitture murali, nel 1950 Afro parte alla volta degli Stati Uniti, iniziando la ventennale collaborazione con la Catherine Viviano Gallery. Sarà la variegata scena artistica americana a influenzare l’opera di Afro verso l’astrazione.
Afro Basaldella e il riconoscimento internazionale
Nel 1952 aderisce al Gruppo degli Otto, raccolto attorno alla figura di Lionello Venturi che in un saggio critico ne loderà l’abilità tecnica e la poesia del lavoro. A metà degli anni Cinquanta l’opera di Afro riscuote consensi a livello internazionale: espone nella mostra The new Decade: 22 European Painters and Sculptors, mostra itinerante negli Stati Uniti, partecipa a Documenta I di Kassel. Nel 1955 entra a far parte della commissione per gli inviti alla VII Quadriennale di Roma e l’anno seguente vince il premio per il migliore artista italiano alla Biennale di Venezia.
Nel 1957 Afro insegnò al Mills College di Oakland. Nel 1958 ottenne la commissione per dipingere il murale per la sede dell’Unesco a Parigi. Il murale si intitolava “The Garden of Hope”, (Il Giardino della Speranza) e fu incluso in una serie di lavori che comprendeva anche opere di Karel Appel, Arp, Alexander Calder, Roberto Matta, Miró, Picasso e Rufino Tamayo.
Afro continuò ad esporre le sue opere nel circuito internazionale. Fu invitato alla seconda Documenta, ed espose al MIT ed in vari musei europei. Vinse il primo premio alla Carnegie Triennial di Pittsburgh, ed il premio italiano al Solomon R. Guggenheim Museum di New York. Il Guggenheim comprò il suo quadro del 1957 “Night Flight”.
All’inizio degli anni Sessanta Afro continua a esporre le sue opere nel circuito internazionale come alla II Documenta e al MIT. In seguito vince il primo premio alla Carnegie Triennial di Pittsburgh e il premio italiano al Solomon R. Guggenheim Museum di New York.
La morte di Afro Basaldella
Dopo la morte nel 1969 del fratello Mirko, Afro inizia ad accusare problemi di salute che si ripercuotono notevolmente sulla sua produzione, caratterizzata dall’intensificarsi dell’opera grafica a discapito dell’attività pittorica ed espositiva.
Muore nel 1976 a Zurigo.