Augusto Favalli nasce a Milano il 5 ottobre 1905 da Vittorio e Luigia Trovati. Dopo due anni la famiglia si trasferisce a Roma, dove intraprende il percorso di studi. Durante la giovinezza apprende le prime nozioni di disegno dal padre che lavorava come disegnatore presso la ditta Monti. Studia al Museo Artistico Industriale di Roma, dove viene a contatto con lo scultore marchigiano Edgardo Mannucci. A cavallo tra gli anni Venti e Trenta conosce gli esponenti del futurismo romano e fonda insieme a Domenico Belli, Alfredo e Gianni Innocenzi, G. E. Mattia, Gianni Tomasetti e Bruno Tano il Blocco dei Futursimultanisti, secondo i quali la peculiarità dell’arte futurista doveva essere il frutto della simultaneità di sensazioni ispiratrici.
Nel 1933 partecipa alla I Mostra Nazionale d’Arte Futurista allestita in piazza Adriana a Roma con le opere Avventura cosmica, Paesaggio fascista e Cavaliere dello spazio.
Nel 1934 espone Corriere del Sud, Volo di ricognizione sul deserto, Volo di rappresaglia, Una strada nella sala XXIV della Mostra Coloniale di Napoli, nel 1935 i suoi dipinti sono scelti per mostre futuriste a Istanbul, Lione e Parigi. Nello stesso anno vengono esibite Aeropittura e Passaggio sulla base nella sala XXXVI della II Quadriennale di Roma.
Nel 1936, in occasione della II Mostra nazionale di plastica murale per l’edilizia fascista in Italia e in Africa, che si svolse ai Mercati Traianei di Roma, firma il Manifesto della Plastica Murale che era stato redatto inizialmente nel 1934. Sempre nel 1936 Favalli si trasferisce a Milano, dove lavora per la ditta Monti, la stessa per cui era stato impiegato il padre. Il trasferimento gli consente di entrare in contatto con i futuristi milanesi in particolare Andreoni, anch’egli attivo soprattutto nel campo della grafica.
Nel 1937 prende parte alla Mostra di Aereopittura al Ministero dell’Aereonautica. Nel 1938, oltre a una mostra dedicata a “Gli Aereopittori Futuristi” presso la Galleria il Milione di Milano a cui partecipano anche Belli e Andreoni, è presente alla Biennale di Venezia nella sezione Futuristi aeropittori d’Africa e Spagna curata da Marinetti. Nello stesso anno vince assieme a Domenico Belli il concorso per il manifesto della Mostra del Sindacato di Belle Arti.
Nel 1939 Belli e Favalli lavorano al Teatro delle Arti Bragaglia come scenografi, attività che unitamente a quella di grafici porteranno avanti insieme nel dopoguerra. Partecipa alla III Quadriennale di Roma con Volante oltre le nubi e Aeropittura di alta quota e in quell’anno lascia Milano per ritornare a Roma. Nel 1940 viene arruolato e mandato a combattere in Albania, dove viene catturato e mandato come prigioniero a Creta e poi a Nuova Delhi dove viene impiegato da una azienda americana come grafico. A Roma tornerà solo nel 1946 e abbandona quasi totalmente l’attività pittorica. Apre infatti uno studio di grafica pubblicitaria in via Margutta. Tra le più costanti collaborazioni vi è quella per la casa cinematografica Lux Film, i cui manifesti da lui progettati sono talvolta illustrati da artisti di primo piano quali Guttuso o Purificato. Muore a Roma il 15 aprile del 1969.

 

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