Fabrizio Clerici
Fabrizio Clerici
Fabrizio Clerici nasce a Milano il 15 maggio 1913.
Proviene da un’agiata famiglia borghese, cattolica e conservatrice.
Nel 1920 si trasferisce a Roma, dove passa gran parte della sua infanzia e adolescenza; si laurea in architettura nel 1937. Conosce Alberto Savinio; nel 1938, a Milano, incontra Giorgio De Chirico con il quale si confronta sulle diverse tecniche pittoriche, in particolare la pittura a tempera.
Negli ultimi anni Trenta disegna soggetti fantastici, estrapolati dal mondo del sogno e della memoria.
Cessata la guerra, ritorna a Roma, frequenta artisti e letterati, tra i quali Elsa Morante e Alberto Moravia. Nuovamente a Milano, nel 1946, conosce il poeta Tristan Tzara; collabora insieme a Lucio Fontana per il progetto Patio per una casa al mare.
A Venezia conosce Salvador Dalì.
Fino alla fine degli anni Quaranta continua a disegnare e a incidere, prendendo come riferimento sia la Metafisica dei fratelli De Chirico che il Surrealismo di Dalì.
Dopo anni di preparazione, si dedica all’attività pittorica e, nel 1953, parte per il Medio Oriente, visitando l’Egitto, la Libia, la Siria, la Turchia. Nel 1955 espone a New York la gran parte dei disegni realizzati durante il viaggio in Oriente; sono opere visionarie, costruzioni utopiche che prendono il nome di I miraggi e I templi dell’uovo, nelle sue opere c’è anche il soggetto mitologico che si lega al fantastico, al sogno oppure all’assurdo come nel Recupero del cavallo di Troia.
Parallelamente alla pittura, si dedica alla scenografia teatrale e collabora con il regista Giorgio Strehler per la scenografia della commedia goldoniana La vedova scaltra.
Numerose sono gli allestimenti che realizza nei teatri di prosa e lirica; disegna i costumi per importanti registi come Igor Fyodorovich Stravinsky in Orpheus, presentato in prima europea al Gran Teatro La Fenice di Venezia nel 1948; per Didone ed Enea di Henry Purcell e per Il sacrificio di Lucrezia di Benjamin Britten, ambedue le opere realizzate nel 1949 per il Teatro dell’Opera di Roma con la regia di Alberto Lattuada.
Sperimenta diverse tecniche artistiche, lavora per due anni, fino al 1957, alla grande vetrata per la Basilica di San Domenico a Siena, in cui rappresenta La fede di Santa Caterina.
Negli anni Sessanta realizza le tavole per L’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, le quali, nel corso del tempo, hanno subito alcune modifiche; nel 1968 è invitato dal Senato delle Arti e delle Scienze di Berlino per presentare alcune sue pitture e scenografie presso la Galerie des XX Jahrhunderts e alla Rathauses Tempelhof.
Tra gli anni Settanta e Ottanta lavora a diverse composizioni su tavola: nell’edizione del Milione di Marco Polo realizza tavole in bianco e in nero, alcune sono a colori, aggiungendo originali litografie, molte delle quali vengono esposte, nel 1971, presso la Galerie Brusberg ad Hannover; altre litografie, del 1977, illustrano il poema Le bestiaire di Guillaume Apollinaire.
Sono molteplici le mostre dedicate a Fabrizio Clerici, e non solo in Italia.
Nel 1983 a Ferrara a Palazzo dei Diamanti il catalogo sull’artista è presentato da Federico Zeri; dal 1988 al 1989 è allestita la grande antologica presso la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, mentre il Teatro La Scala di Milano gli rende omaggio esponendo i bozzetti e i figurini che l’artista ha realizzato per gli spettacoli del 1953 sino al 1963.
Nel 1994 viene istituito a Roma l’Archivio “Fabrizio Clerici”, curato da Giancarlo Renzetti.
Muore a Roma il 7 giugno 1993.