Marisa Mori, Disegni e Dipinti

Marisa Mori 1900 – 1985. Disegni e Dipinti

Una trentina tra disegni e dipinti chiariscono l’iter artistico della pittrice fiorentina allieva
di Casorati e poi futurista, Maria Luisa Lurini, in arte Marisa Mori

Dal 24 Maggio al 25 Giugno 2018

Maria Luisa Lurini, in arte Marisa Mori – nata a Firenze il 9 marzo del 1900 da Mario Lurini, ispettore de La Fondiaria e Edmea Bernini, discendente di Gian Lorenzo Bernini – possiede in realtà un ben più vasto repertorio artistico, che vede in prima posizione la sua innata attitudine al disegno, testimoniata da un inesplorato e vasto nucleo di opere, soprattutto a carboncino, portato alla luce grazie al lavoro di archiviazione condotto dalla Galleria del Laocoonte, che ne pubblicherà il catalogo generale (a cura di Monica Cardarelli, edizione Polistampa). In mostra l’intenso Ritratto Luciferino del 1926 nelle sue due versioni, quella che ne ritrae il solo volto e quella che la vede davanti al cavalletto, testimoni entrambi della prima maniera dell’artista.

Dal 1925 allieva di Felice Casorati, Marisa Mori apprende velocemente la lezione del maestro, tanto che nello stesso anno del suo ingresso nella casa-studio di Via Mazzini, Casorati la farà partecipare al suo fianco alla mostra “Vedute di Torino” indetta dalla Società di Belle Arti Antonio Fontanesi. Marisa Mori presenterà due versioni di Via Lanfranchi, la via dove abitava con i genitori e il figlioletto di tre anni dopo il breve e burrascoso matrimonio con suo cugino Mario Mori (1890-1943), tecnico minerario e agronomo. In mostra è la prima versione di Via Lanfranchi, una metafisica istantanea poeticamente solitaria.

Al verso della tavoletta dipinta, come tante altre opere della Mori, è raffigurata un’altra opera, la Natura morta metafisica, realizzata ben due anni più tardi. Di medesima ispirazione casoratiana sono le opere Pompelmo e uova, Le scale del mio studio, il bozzetto per La lettura, e lo Studio di due maschere.

Negli anni a seguire Marisa Mori prosegue la sua attività espositiva accanto al maestro e agli allievi della scuola trasferita al numero 33 di via Bernardino Galliari. La nuova sede si trovava proprio di fronte alla casa di Riccardo Gualino (1879-1964), imprenditore amante delle arti, grande amico del critico d’arte Lionello Venturi e la cui collezione includeva oltre a moltissime opere di Casorati, di cui fu il munifico mecenate, anche quelle di Marisa Mori. Insieme agli allievi e allieve della scuola, fra cui Carlo Levi, Nella Marchesini e Daphne Maugham, poi moglie di Casorati, Marisa Mori espose oltre che a Torino, a Milano, Parigi e Londra. Particolarmente apprezzate dalla critica le sue vedute con “il mare che sconfina verso la luce del cielo” di cui in mostra la Marina di Andora, Venezia, Marina di Massa.

Fino al marzo del 1931 esporrà con il gruppo di Casorati e alla galleria Milano di Torino, nella mostra recensita nella Gazzetta del Popolo, l’artista fiorentina viene elogiata tra l’altro per la “sensibilità acuta del colore”, in mostra Il tendone da circo, Il convento, il Vaso di amarilli, l’Autoritratto e Donna che legge, tutte opere datate tra il 1929-31.
Pur non rinnegando nessuno dei suoi periodi creativi, come essa stessa aveva dichiarato in un’intervista del 1978, che non fece mai pubblicare, Marisa Mori è consapevole di non avere il “temperamento ragionatore, geometrizzante e sintetico di Casorati” e che urgeva in lei un altro tipo di espressione, che il Futurismo contribuì a liberare. A partire dal 1931, nonostante gli ammonimenti del maestro Casorati, Marisa Mori si accosta ai futuristi piemontesi: Prampolini, Rosso, Dottori, Tullio Mazzotti, grazie all’amico Fillia (Luigi Colombo, 1904-1936), e naturalmente a Filippo Tommaso Marinetti che scherzosamente chiamava “il rinoceronte” e che la spronò a fare l’esperienza del volo acrobatico.

Tornata a Firenze e riallacciati, solo per breve tempo, i rapporti con il marito, l’1 gennaio del 1933 firma il Manifesto di Antonio Marasco (1896-1975) entrando ufficialmente a far parte del movimento futurista. Sono di questo periodo La scomposizione meccanica della folla, Maternità futurista, Figure e forme luminose, Ascolto Radiofonico e Composizione.

Quando nel 1938 furono emanate le leggi razziali Marisa Mori si dissociò dal movimento futurista e coerentemente a questa scelta nel 1943 offrirà rifugio ai suoi amici ebrei, tra cui Paola, Rita e Gino Levi Montalcini. Inizia così la quarta fase della sua vita artistica da cui ebbero origine alcune notevoli nature morte e ritratti, in mostra lo Studio per argenteria e il Paesaggio con pino. Dopo la guerra si occuperà anche di teatro continuando a dipingere solitaria fino al sopraggiungere della sua morte il 6 Febbraio del 1985.

SCHEDA INFO

Titolo mostra: MARISA MORI 1900-1985 DISEGNI E DIPINTI

Luogo: VIA MONTERONE 13, 13/A

Apertura al pubblico: 24 MAGGIO – 25 GIUGNO 2018

Inaugurazione: 23 MAGGIO 2018 ore 18.00

Orario: da Mercoledì a Venerdì dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00

A cura di Monica Cardarelli

Info Mostra: 06 68308994 | 348 1234707 (tutti i giorni 9.00 – 19.00)